Contact Tow Line

Incontri gratuiti di Formazione e Sicurezza tenuti dall’Associazione CANOAVERDE di Genova.

Introduzione

La Cima di Contatto per rimorchio corto o ravvicinato (Contact Tow Line) è un accessorio semplice e abbastanza facile da usare, efficiente, pratico, può aiutare in diverse situazioni, ma soprattutto in alcune operazioni di salvataggio in kayak si rivela indispensabile.

A cosa serve: eseguire un rimorchio 1 corto o ravvicinato di un kayaker in difficoltà o di un kayak vuoto (fig. 1 e fig. 1a), effettuare uno “zatteramento” più stabile tra due kayak per effettuare piccole operazioni di manutenzione, consultazione di mappe, attrezzature varie (GPS, cellulare, …), preparare una staffa per la risalita, ormeggiare il kayak a un gavitello, ancorare un kayak sulla scogliera e altro.

La cima di contatto, come molti dei kit utilizzati per il salvataggio (safety and rescue equipment), può essere auto costruita oppure acquistata presso i negozi specializzati.

Nella prima opzione i criteri di scelta non sono legati solo all’aspetto economico, ma prendono in esame altri parametri: leggerezza, praticità, galleggiabilità, robustezza, durata e personalizzazione. Assemblare la propria Contact Tow Line, richiede poco tempo e consente di testare l’effettiva l’utilità di questo dispositivo nella pratica, in situazioni meteorologiche sfavorevoli, ottimizzando o modificando più volte le scelte fatte. Il tutto con spese contenute.

Fai da te – Do it Yourself

La sua forma più nota consiste in uno spezzone di cima, di lunghezza compresa fra 150 e 180 cm e il cui diametro può variare da 4 a 6 mm, con due moschettoni fissati alle due estremità (fig. 2). Avere la lunghezza variabile, per adattarsi alla larghezza dei ponti dei kayak, sarebbe utile e alcune soluzioni lo permettono.

In alternativa alla cima, una fettuccia, come preparano alcuni kayakers, una CTL proposta anche da ditte specializzate. Una struttura valida, ma forse meno user friendly da costruire perchè richiede una robusta cucitura come si evidenzia nella foto. La lunghezzza è variabile facendo scorrere la fibbia.

La Contact-Tow Line (CTL) realizzata con una cima (o una fettuccia) e i due moschettoni agli estremi dovrebbe avere lunghezza pari a circa tre volte la distanza fra le cime perimetrali. Si posiziona come illustrato in figura 3, con l’accortezza di avere sempre un moschettone fissato a una cima perimetrale per evitare che la cima, sfuggendo di mano, affondi. Occorre prestare attenzione, right e wrong, al passaggio (sopra o sotto) della Contact Tow Line rispetto alla cima perimetrale del kayak. Non è essenziale, ma ottimizza la sequenza di movimenti in caso di rimorchio, per disporsi come in figura 1, a destra o a sinistra.

moschettone con anello
figura 3a Moschettone di fiocco velico, in inox, con anello
Moschettone Sgancio Rapido
figura 3b Moschettone Sgancio Rapido

Per quanto riguarda i moschettoni, un prerequisito importate è la presenza di un anello (fig. 3a, – il moschettone da fiocco, fra quelli senza sgancio rapido, è forse il più semplice, comune e adatto-) che possa impedire alla cima di sganciarsi dal moschettone stesso, ma è importante anche la mancanza di denti di tenuta sia sul corpo del moschettone sia sulla leva, in modo che, essendo privo di bordi taglienti 2, non vi sia alcun punto di impiglio della cima.

Il secondo aspetto che li differenzia è l’eventuale funzionamento a sgancio rapido (fig. 2a, fig. 3b). Quest’ultimi secondo alcuni kayaker sono i migliori, ma come sempre vi sono pro e contro (peso, dimensioni, …) .

È  anche possibile utilizzare i classici moschettoni presenti nei “rinvii alpinistici” 3 (fig. 2), ma con qualche accorgimento (punto 3) e inoltre occorre controllarne l’adattabilità all’ambiente marino.

Per quanto riguarda le asole da realizzare agli estremi della cima, asole in cui inserire i moschettoni, si possono adottare soluzioni differenti:

  1. mediante Nodi Constrictor Doppi (fig. 3b e fig. 4) o anelli di metallo da “crimpare” e poi proteggere mediante guaina termo restringente
  2. mediante impiombatura (tecnica più complessa)
  3. mediante Nodo Cappuccino (con i moschettoni da “rinvio alpinistico” è preferibile fare un Nodo Cappuccino Triplo (Triple Fisherman) (fig. 2) ben assuccato per ridurre lo scorrimento del moschettone nell’asola).

Si possono anche elaborare soluzioni personalizzate (fig. 4): una Cima di Contatto di lunghezza variabile, ovviamente con un nodo (Savoia) di arresto in fondo alla cima principale. Il nodo Prusik, facendolo scorrere sino alla distanza desiderata, si blocca con forza quando va in trazione. Nella foto lo stroppetto arancione ( kevlar 2 mm) ha un carico di rottura di circa 180kg (doppio 360 kg), è pertanto adeguato all’uso.

Keep it simple (k.i.s.s.)

È  difficile essere facili, è vero, ma non in questo caso. La figura 5 mostra infatti una soluzione minimale, uno spezzone di cima senza moschettoni, con eventuali galleggianti da rete da pesca. Si fissano gli estremi alle due cime perimetrali tramite due nodi a sgancio rapido. Per effettuare un rimorchio si sgancia un nodo e si rifà il nodo sulla cima perimetrale dell’altro kayak.

Un buon nodo a sgancio rapido è il classico il Nodo Parlato Ganciato (Slipped Clove Hitch ) 4 oppure il Kalmyk Loop, però entrambi richiedono di passare un capo della CTL attorno alla cima perimetrale del kayak trainato. Non volendolo fare, il Nodo del Bandito (vedi video Highwayman Hitch) (fig. 5 e 5a) è forse un buon compromesso fra sicurezza e scioglimento rapido.

nodo parlato ganciato
Nodo Parlato Ganciato (Slipped Clove hitch)

L’eventuale anello centrale del Nodo Farfalla (Butterfly Loop) (fig. 5) fornisce un ulteriore punto di aggancio intermedio, ad esempio per fare una staffa.

Un cordino/cima galleggiante (fig. 5a) è forse la soluzione migliore, evita l’uso di galleggianti, ma occorre controllarne la morbidezza e la facilità di manipolazione, di conseguenza deve essere di buona qualità 5 , pertanto non quelli da salvagente.

Sono entrambe soluzioni semplici, leggere, adattabili in lunghezza, molto rapide nello sgancio, galleggianti e visibili, certo occorre saper fare i “nodi a sgancio rapido”.

Cime: Qualunque sia la configurazione adottata, un cordino semistatico o in kevlar o polipropilene galleggiante, da 5 – 6 mm, funziona bene. È preferibile scegliere un colore visibile ( giallo con spie arancioni, arancione con spie gialle, … ).

Attenzione: è meglio non usare cime in Dyneema perché hanno un bassissimo attrito e i nodi si sciolgono molto facilmente. Le cime in Dyneema dovrebbero sempre essere impiombate per creare le asole e l’eventuale nodo cappuccino deve essere triplo.

Prodotti commerciali

In alternativa alle soluzioni fai-da-te ci sono varie versioni nei negozi di materiale specializzati, da valutare con attenzione.

Eccone alcune: essenziale quella prodotta dalla NORTH WATER Rescue & Paddling Equipment, pregevole la versione proposta da Tuilik (con anello centrale e sofisticati moschettoni), alternative sia quella della Wethman Equipment, con una fibbia per regolarne la lunghezza, sia la Short Kayak Tow Line della LOMO, entrambe realizzate con la fettuccia al posto della cima.

Conclusioni

Le possibili soluzioni per costruire o acquistare una Cima di Contatto sono molteplici, ognuno sceglierà in base alle proprie conoscenze e abitudini. Importante però immaginare o, meglio, testare la Contact Tow Line in situazioni ambientali più difficili, per poi scegliere l’accessorio più adatto alle proprie abilità.

 by Massimo Romagnoli, Novembre 2023   © Copyright

Note

  1. L’aggancio del kayak trainato (fig. 1) può avvenire in punti più distanti o più vicini alla prua. Nel secondo caso chi traina pagaia agevolmente, ma si è più distanti dall’altro kayaker, magari in difficoltà. Sarà quasi sempre colui che traina a dover sganciare la Contact Tow Line, perché il kayaker trainato difficilmente riuscirà a effettuare lo sgancio a causa della distanza dal moschettone. ↩︎
  2. La Kong® ha una linea di accessori per la nautica, in particolare il moschettone Harness Safety Gate in acciaio inox, leva dritta, occhiolo e leva a filo, soddisfa i requisiti richiesti. ↩︎
  3. I moschettoni della foto sono della Petzl® modello Ange S privi di denti, solo parti arrotondate, leggeri e con estrema facilità di moschettonaggio e smoschettonaggio, da verificarne la resistenza in ambiente marino. ↩︎
  4. Il Nodo Parlato Ganciato o il nodo Kalmyk Loop, avvolti su una cima perimetrale, per potersi sciogliere senza impigli richiederebbero l’estremità del “corrente” liscia, senza nodi. Pensando a situazioni critiche (mare mosso, mani fredde, guanti, …) sarebbe invece utile avere sull’estremità del “corrente” una pallina o un piccolo nodo di arresto, per poterlo afferrare, tirare e sciogliere con sicurezza. Però la pallina rischierebbe poi di impigliarsi fra lo scafo e la cima perimetrale mentre si scioglie. Il Nodo del Bandito risolve questo problema perché non si avvolge attorno alla cima perimetrale e si può usare anche con una pallina/nodo terminale e può essere eseguito in qualunque punto della cima. Forse è un nodo meno sicuro con carichi molto elevati, ma ogni nodo ha i suoi pro e contro. Ognuno dovrà scegliere in relazione alle proprie conoscenze/abilità e numerose prove. ↩︎
  5. Gottifredi Maffioli® produce un’ottima singola treccia in polipropilene galleggiante , da 6 mm (550 kg carico di rottura) o proprio al limite 8 mm (870 kg carico di rottura), con diametri maggiori la cima diventa impegnativa da gestire, mentre è adatta per una Sacca da Lancio. Controindicazioni: tende leggermente a sfilacciare.
    ↩︎
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